

È un vino DOC (denominazione attribuita nel 1975) la cui produzione è consentita nella zona tra le Pendici dell’Appennino Dauno e nei territori di Lucera, Biccari, Troia.
Nell’agro lucerino si produce ancora oggi il Cacc’e Mmitte di Lucera nel pieno rispetto della tradizione, ma secondo le moderne tecnologie enologiche. Nei tempi antichi questo vino era prodotto nei cosiddetti palmenti, tipiche masserie del Meridione attrezzate con vasche, di proprietà del latifondista che le metteva a disposizione ai contadini che ne facevano richiesta per la pigiatura delle uve. Queste attrezzature potevano essere utilizzate esclusivamente nella giornata di fitto, al termine della quale il viticoltore, completate le operazioni di vinificazione, lasciava il palmento a disposizione di un altro richiedente che vi versava le proprie uve. Da questa procedura deriverebbe l’espressione dialettale cacc’e mmitte, che tradotta significa “leva e metti”, e indica appunto il mettere e togliere il mosto dai palmenti. L’uvaggio è composto da Nero di troia 60%, Montepulciano 30%, Bombino 10% la nostra personale interpretazione include l’utilizzo di Tonneau dove il vino matura per 6 mesi con successivo passaggio in bottiglia per l’affinamento.
Colore rubino violaceo brillante e luminoso, con note di ribes, mora, lampone, accenni di sottobosco, liquirizia, prugna, ciliegia selvatica, macchia mediterranea, grande freschezza, precisa presenza tannica ben sostenuta da una persistenza lunga e viva.
Vino indicato per accompagnare piatti tipicamente mediterranei ben strutturati come pasta al forno con ragù di carne e interiora di pollo, pastasciutta pugliese con ragù di carne e verdure, minestre di legumi saporite. Tra i secondi piatti, ben si addice a una succulenta salsiccia alla brace, arrosti di carni bianche, carne di maiale e di agnello al forno o in umido, carni rosse alla griglia, salumi piccanti e formaggi ovini stagionati.